Industry 4.0: applicazione in azienda e impatto su occupazione, investimenti e crescita
È dal 2014 che Assosvezia organizza a scadenza semestrale il CEO Breakfast, l’incontro a porte chiuse riservato ai top manager delle aziende svedesi in Italia; la sesta edizione dell’evento si svolta lo scorso 27 ottobre. Come da tradizione, il format dell’incontro prevede un iniziale giro di tavolo in cui ognuno dei partecipanti può illustrare in che modo venga declinato il tema dell’evento all’interno della sua realtà; al termine delle presentazioni si continua con un confronto collettivo. Questa volta la tematica prescelta è stata la Industry 4.0: come venga applicata nelle diverse aziende e il suo impatto su occupazione, investimenti e crescita. In questa edizione, però, è stata introdotta una piccola variante: Davide Binaghi, nel ruolo di moderatore, ha dapprima aperto l’incontro per poi lasciare subito la parola a Clara Pelaez di Ericsson. Clara Pelaez è intervenuta per illustrare brevemente un approfondimento sul tema Industry 4.0 presentato di recente a un incontro con il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Si tratta, infatti, di un argomento di grande interesse per il governo che ha annunciato un Piano Nazionale Industria 4.0, con l’intenzione di investire in questo ambito e fornire sgravi fiscali alle aziende che introdurranno cambiamento e innovazione nella loro quotidianità.
La presentazione, oltre a fornire degli utili insight a tutti i presenti, è servita anche per rompere il ghiaccio e aprire la discussione sull’argomento dell’incontro. È chiaro a tutti che l’introduzione di tecnologie abilitanti possa migliorare la filiera produttiva, ma è già da tempo che le industrie utilizzano robot e macchinari automatizzati nelle loro catene di montaggio. La novità risiede nel fatto che la nuova generazione di macchine robotizzate si è fatta molto più leggera, ma soprattutto la loro intelligenza può essere gestita da remoto grazie all’impiego del cloud. Stampa 3D, realtà aumentata, simulazione tra macchine interconnesse e molto altro ancora stanno diventando i nuovi elementi di base delle aziende 4.0 che si comporranno di processi sempre più ottimizzati. Chi pensa che non ci sia granché di nuovo in tutto questo si sbaglia. Infatti la grande rivoluzione sta nella miglior qualità di tutti gli strumenti a disposizione, che sono diventati incredibilmente più precisi e digitalizzati grazie all’applicazione di sensori specifici: l’Internet of Things sta prendendo piede anche nel mondo dell’industria per rivoluzionarla e farla correre a velocità sempre maggiori. Grazie all’applicazione di tali sensori è possibile raccogliere una grandissima quantità di dati, disponibili ovunque nel mondo grazie alla loro archiviazione sul cloud e pronti per essere analizzati e studiati. I big data aprono così la strada a nuove figure professionali che prima non esistevano o erano estremamente di nicchia: programmatori di software per analizzare grandi quantità di dati, nuovi corsi di laurea per diventare data scientist e saper governare gli immensi flussi di informazioni che abbiamo ora a disposizione. L’aggiornamento della formazione alle nuove necessità dell’industria sarà un altro fattore di fondamentale importanza, da sviluppare di pari passo con tutti gli altri aggiornamenti. Investimenti innovativi e sviluppo delle competenze sono le parole d’ordine e le direttrici da seguire. I Paesi che al momento sono più all’avanguardia nel processo di mutazione da normale industria a industria 4.0 sono gli USA, la Germania e la Francia: negli Stati Uniti sono talmente avanti rispetto agli altri che la “Manufactury USA” conta già investimenti per mezzo miliardo di dollari; in Germania sono stati varati degli importanti sgravi fiscali per i grandi gruppi industriali e in Francia i programmi messi in atto si focalizzano maggiormente sulle PMI. Per non essere da meno e non rischiare di creare un gap incolmabile con gli altri Paesi più intraprendenti, l’Italia dovrà necessariamente imparare a supportare le start up, puntare sull’iper ammortamento e creare infrastrutture e strumenti pubblici a sostegno della transizione verso l’industria del futuro. Per quanto riguarda il micro, l’impulso al cambiamento dovrà necessariamente partire dai CEO e dagli Amministratori Delegati delle imprese, che sono figure chiave fondamentali per mettere in moto la trasformazione e rendere più competitive le aziende.
I presenti, dal canto loro, si sono ritrovati nel discorso intavolato dalla ricerca appena illustrata: per la maggior parte delle aziende la transizione verso la Industry 4.0 prevede prima di tutto una forte digitalizzazione di tutto l’apparato produttivo e della struttura aziendale in generale. Quando possibile, i processi devono essere snelliti e automatizzati. L’introduzione di robot e controlli da remoto tramite cloud è al momento la risposta migliore. È un lavoro di re-design dell’intero sistema, dalle fondamenta dell’impresa fino al management e questo richiede una grande spesa in termini di denaro ed energie. Per dare un po’ di respiro alle aziende è assolutamente necessario che lo Stato venga in aiuto con sgravi e benefici fiscali, oltre che con investimenti di varia natura volti a dare una marcia in più al cambiamento a livello macro. Un altro punto su cui lavorare è la distribuzione, che anch’essa deve essere interessata dai processi di digitalizzazione e semplificazione. L’idea è di arrivare a processi di acquisto più veloci e semplici anche nell’ambito del B2B, seguendo il percorso già tracciato da grandi aziende come Amazon, che sono state in grado di rivoluzionare il modo in cui i clienti B2C comprano online. Non si tratta, però, solamente di un cambiamento 4.0 in termini di mutazione interna alle aziende, ma si parla anche di revisione della proposta di valore per il proprio pubblico. Infatti non basterà più fornire un prodotto di qualità o performante, ma sarà indispensabile arricchirlo di servizi in grado di fare la differenza e garantire il proprio posto all’interno di un mercato in rapidissima evoluzione. Ciò diviene possibile grazie alla diffusione su larga scala dell’Internet of Things e alla grande quantità di dati che riesce a raccogliere: un monitoraggio costante in grado di dare una risposta alle richieste del cliente nel momento esatto in cui si crea una nuova esigenza o necessità. Si parla di cambiamenti importanti, di vere e proprie rivoluzioni che le aziende svedesi in Italia stanno già portando avanti perché è di primaria importanza non rimanere tagliati fuori o essere troppo in ritardo nell’immergersi in questo nuovo modo intendere l’industria. E allora bisogna essere dinamici e muoversi con estrema velocità, accelerare per evitare di essere seminati dagli altri Paesi e dai concorrenti che da tempo sono già in cammino su questa strada. Tanti posti di lavoro verranno a crearsi, mansioni differenti da quelle a cui siamo stati abituati fino ad ora: saranno nuove figure professionali in grado di gestire e indirizzare i moderni strumenti a disposizione e per questo motivo le imprese sono già alla febbrile ricerca di matematici e specialisti ad alto tasso tecnologico.
È dunque in atto la quarta rivoluzione industriale in cui si parla ancora di catena di montaggio, ma in termini di automatizzazione e digitalizzazione. Assisteremo inevitabilmente a una perdita temporanea di personale per quanto riguarda determinate mansioni, che verrà poi recuperata con l’aumento della richiesta di nuove competenze. Nel complesso, la trasformazione va vista in un’ottica di cambio culturale e di mindset, fondamentale per riuscire a navigare in un mercato che cambia a velocità sempre maggiori. Il cliente sarà sempre di più al centro di tutti i processi e sulle sue richieste cambieranno prodotti, servizi e strutture aziendali. È in atto una nuova rivoluzione industriale e, a giudicare da quanto visto fino ad ora, è di portata epocale.
Assosvezia ringrazia tutti coloro che hanno preso parte all’incontro e dà appuntamento a primavera 2017 per la prossima edizione del CEO Breakfast.
www.assosvezia.it | Testo e foto di Viola Albertini
I PARTECIPANTI
- Davide Binaghi, Managing Director di Telia Carrier Italia;
- Claudio Gallerani, Director di Volvo Trucks Italia;
- Sergio Hicke, Managing Director Adriatic Region di Alfa Laval;
- Maurizio Invernizzi, Country Manager di Doro;
- Anders Lindholm, Managing Director di Boyden;
- Giovanni Lo Bianco, Managing Director di Volvo Trucks Italia;
- Angelica Nilsson, Country Manager di TePe Prodotti per Igiene Orale;
- Clara Pelaez, Vice President Strategy & Marketing South Central Mediterranean Region di Ericsson;
- Fabrizio Resmini, Amministratore Delegato di Sandvik Italia;
- Kristofer Svartling, Consigliere Affari Commerciali di Business Sweden;
- Gabriele Tanzi-Mira, General Manager di AxFlow.
GLI ARTICOLI DELLE EDIZIONI PRECEDENTI
- V Edizione | CEO Breakfast – Una nuova realtà poco uniforme
- IV Edizione | CEO Breakfast – L’ottimismo is in the air
- III Edizione | CEO Breakfast – Segnali di ripresa in Italia: insight oltre alle cifre
- II Edizione | CEO Breakfast – Ritornello al futuro
- I Edizione | CEO Breakfast – Le aziende svedesi riunite per un confronto sulla situazione attuale del mercato italiano