Una nuova realtà poco uniforme
Alle 9:00 in punto del 12 aprile 2016, 13 top manager di aziende svedesi in Italia si sono trovati presso Assosvezia per il CEO Breakfast, l’incontro pensato per favorire il confronto tra le persone ai vertici. Oltre a loro, altri 4 ospiti si sono uniti alla discussione, portando il loro prezioso punto di vista: S.E. l’Ambasciatore di Svezia in Italia Robert Rydberg, il Consigliere dell’Ambasciata di Svezia Sarah Dahlsten, il Console Generale Onorario di Svezia a Milano Marco Frazzica e Kristofer Svartling, Consigliere Affari Commerciali presso Business Sweden.
La quinta edizione di questo appuntamento esclusivo è stata aperta e moderata da Giovanni Lo Bianco, Managing Director di Volvo Trucks Italia e Vice Presidente di Assosvezia, che ha dato il benvenuto ai presenti e illustrato il programma della mattinata: due ore di confronto, 5 minuti a testa per illustrare la propria realtà e il suo andamento; al termine del giro di tavolo un momento di scambio di considerazioni su quanto detto e l’analisi delle parole chiave emerse. Il testimone è quindi passato a S.E. l’Ambasciatore Rydberg, il quale ha dichiarato quanto gli faccia piacere di prendere parte, ancora una volta, al CEO Breakfast, poiché è in questo tipo di occasioni che ha la possibilità di toccare con mano l’entusiasmo, l’energia e lo spirito di buona collaborazione che esiste tra le aziende svedesi in Italia. Dal punto di vista delle Istituzioni Svedesi, questo è un ottimo risultato nell’ottica della creazione di un Team Sweden locale, che in Italia è già esistente e ben operante, un fattore da non dare per scontato. Il tutto ben si incastra nel quadro più ampio e generale dell’economia svedese, che ha un andamento molto positivo e le cui previsioni di crescita per il 2016 sono assai floride. Gli scambi commerciali svedesi godono anch’essi di buonissima salute, specialmente quelli indirizzati verso l’Italia. L’Ambasciatore, in accordo con il Consigliere Dahlsten, ha comunicato ai presenti che l’Ambasciata è sempre a disposizione delle aziende svedesi in Italia, in particolare nei casi in cui dovessero trovarsi ad affrontare ostacoli per il buon andamento dei loro business. Ad oggi, fortunatamente, non è stata ricevuta alcuna segnalazione formale.
Il giro di tavolo ha avuto inizio in seguito all’intervento dell’Ambasciatore e le testimonianze dei partecipanti si sono alternate a ritmo serrato. Dal mix di settori in cui le aziende operano – IT, automotive, metalmeccanico, telecomunicazioni, sicurezza, educazione, distribuzione e industria – è emerso un quadro molto variegato riguardo ai rispettivi andamenti, ma la visione sulla prospettiva di crescita che è contenuta e lenta, ma costante è comune a tutti. A fronte di un 2015 positivo per quasi tutte le aziende coinvolte, il 2016 è iniziato a rilento e lascia prevedere che, anche nei prossimi mesi, fino alla fine dell’anno, rimarrà flat. Non mancano, però, le realtà in cui si registra una crescita a doppia cifra; è particolarmente interessante la situazione di alcune di queste aziende che, da una parte, si trovano a vivere in determinati settori un periodo di sofferenza e, allo stesso tempo, di forte crescita in altri. Molti dei settori in difficoltà si trovano in tale condizione a causa della grave crisi che sta vivendo il compartimento Oil&Gas in Italia. Anche la chiusura del mercato o il forte restringimento degli scambi con alcuni Paesi, per via dell’applicazione di sanzioni o politiche di embargo, ha scompigliato ulteriormente un mercato globale che era già problematico.
Andando oltre ai fattori più delicati, tutte le aziende hanno sottolineato quanto il brand Sweden sia ancora forte sul mercato e ampiamente apprezzato. Sinonimo di affidabilità, correttezza e competenza, il made in Sweden conferma la preferenza dei clienti a investire sulla qualità di prodotti e servizi, invece che a scegliere la quantità. In generale, ne emerge una fotografia del mercato italiano non chiarissimo e caratterizzato da alcuni punti importanti ancora da risolvere, ma si può dire che sia nel complesso un bilancio cautamente positivo. Di grande aiuto è stata l’introduzione del Jobs Act, ma ancora servono ulteriori interventi a livello politico e legislativo per aiutare le aziende dal punto di vista della tassazione e per rendere più facile l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani. Un altro punto relativo da migliorare in questo ambito è quello dello stipendio netto che i lavoratori si portano a casa. Infatti, il costo del lavoro in Italia non è poi così alto, sicuramente lo è meno che in altri Paesi europei, ma la tassazione imposta sulla busta paga smagrisce troppo la retribuzione effettiva che viene percepita dai dipendenti. Un forte reclamo, in questo senso, dovrebbe partire prima di tutto dai lavoratori e, con essi, dalle aziende. Sarà necessario apportare una serie di cambiamenti alla cultura del lavoro presente in Italia, attuabili attraverso la promozione di una vera collaborazione tra aziende, istituzioni ed enti sindacali il cui obiettivo comune sia di creare benessere. Il passaggio culturale non deve essere soltanto legato al costo del lavoro, ma pure alle lentezze burocratiche che caratterizzano in negativo l’Italia. Ad esempio, per registrare i container carichi di merci provenienti dall’estero, il Bel Paese impiega il doppio del tempo rispetto agli altri Stati in Europa. Ciò crea rallentamenti, difficoltà e perdite di denaro e business per quelle aziende che commerciano con l’estero o necessitano dell’importazione di materie prime per la propria produzione. Sebbene siano già stati fatti degli interventi per snellire le pratiche burocratiche in tanti settori – e di questo bisogna darne credito – l’opera è ancora lontana dall’essere terminata.
Un’altra richiesta importante, da parte delle aziende svedesi che in Italia creano lavoro, valore e un indotto di gran peso, è di non portarle a perdere opportunità di business mettendole in competizione con aziende che non producono altrettanto per il Paese. Quando si tratta di vincere una gara, molto spesso viene data maggiore importanza al prezzo basso, promesso da aziende estere che hanno un costo della manodopera differente, invece che alla qualità e alle ricadute positive in termini economici e di ricchezza creata in Italia dalle aziende svedesi che qui pagano le tasse. I parametri tecnici e una visione d’insieme della qualità prodotta dalle aziende per il nostro Paese devono essere i valori in base ai quali fare una scelta, non la gara al prezzo ribassato. Le aziende si trovano ora a vivere una concorrenza sleale, quando invece vorrebbero essere considerate per ciò che concretamente danno e creano per la società.
A questo punto si è concluso il momento di discussione e confronto tra le aziende, che ha lasciato la parola a Sergio Hicke, Managing Director Adriatic Region presso Alfa Laval e Presidente di Assosvezia, il quale ha tirato le conclusioni dell’incontro attraverso l’analisi di un cloud di parole chiave emerse dalla discussione. Non si riscontra uniformità con ciò che è venuto a galla nelle edizioni precedenti del CEO Breakfast, in cui le problematiche erano più condivise e comuni tra le aziende, mentre oggi siamo di fronte a una situazione frammentata e diversificata.
L’Ambasciatore Rydberg ha manifestato grande soddisfazione per gli insight che ha potuto raccogliere attraverso questo incontro, che mettono in mostra le necessità e le diversità delle aziende svedesi in Italia. La dinamica del mercato italiano è interessante per l’ingresso di nuove aziende, sebbene non sia scevra di ostacoli e difficoltà. L’inizio lento del 2016 può, in seguito, rivelarsi buono per la maggior parte delle aziende, per l’affacciarsi di nuove opportunità di business. Grande orgoglio suscita la reputazione del Brand Sweden, che è da sfruttare e mantenere al livello altissimo in cui si trova adesso. Il prossimo obiettivo di Assosvezia, in quanto Camera di Commercio mista, sarà di lavorare anche sul Brand Italia, che gode di un grande prestigio largamente riconosciuto, al fine di promuoverlo allo stesso modo del Brand Sweden.
Il moderatore dell’evento ha quindi concluso l’incontro ringraziando, a nome di Assosvezia, tutti i partecipanti per aver contribuito con la propria testimonianza alla buona riuscita del forum dedicato ai CEO. L’opportunità di condividere e confrontarsi è sempre utile per avere una visione più complessiva del mercato italiano, che non si limiti soltanto al proprio settore. Sebbene in questa edizione si sia registrata meno uniformità negli andamenti e nelle prospettive per il futuro, si può affermare che ci troviamo in una fase di miglioramento: questa è una nuova realtà, non una ripresa. Le aziende devono rimanere dinamiche e pronte ad agire per riuscire a cogliere il meglio anche da questa nuova condizione.
Assosvezia da appuntamento all’autunno 2016 per la prossima edizione del CEO Breakfast.
www.assosvezia.it | Testo e foto di Viola Albertini
I PARTECIPANTI
- Natalia Anguas, Country Manager di EF Education First;
- Flavio Beretta, Region Manager – Mediterranean and Middle East di Quant;
- Davide Binaghi, Managing Director di Telia Carrier Italia;
- Marco Depaoli, Amministratore Delegato di Gunnebo Italia;
- Sergio Hicke, Managing Director Adriatic Region di Alfa Laval;
- Anders Lindholm, Managing Director di Boyden;
- Giovanni Lo Bianco, Managing Director di Volvo Trucks Italia;
- Amedeo Lupinelli, Country Manager di 24 Solutions;
- Clara Pelaez, Vice President Strategy & Marketing South Central Mediterranean Region di Ericsson;
- Fabrizio Resmini, Amministratore Delegato di Sandvik Italia;
- Roberto Rota, General Manager di Atlas Copco Italia;
- Gabriele Tanzi-Mira, General Manager di AxFlow;
- Alessandro Trompeo, Country Manager di KGH Customs Services.
GLI ARTICOLI DELLE EDIZIONI PRECEDENTI
- IV Edizione | CEO Breakfast – L’ottimismo is in the air
- III Edizione | CEO Breakfast – Segnali di ripresa in Italia: insight oltre alle cifre
- II Edizione | CEO Breakfast – Ritornello al futuro
- I Edizione | CEO Breakfast – Le aziende svedesi riunite per un confronto sulla situazione attuale del mercato italiano