Tetra Pak: ricerca & futuro abitano qui

Tetra Pak: ricerca & futuro abitano qui

La percezione di trovarci in visita ad una impresa-modello inizia immediatamente, ancora fuori Modena: dal giovanissimo benzinaio dove sostiamo a fare il pieno e che scopriamo essere neo-diplomato all’istituto tecnico industriale ma “benzinaio a termine per impellenza lavorativa” (come si definisce e si augura con ironia). Ci chiede “dove dovete andare?” e alla risposta: “andiamo a visitare Tetra Pak” si illumina, esce con esclamazioni di vivo apprezzamento che cogliamo assolutamente spontanee; si infervora e si affretta a dire – in quella manciata di minuti che terminano con il rabbocco del nostro serbatoio – che si tratta di una impresa orgoglio della sua città quanto la Ferrari e la Maserati; dove lavorare è entusiasmante tanto quanto, perché anche lì si fa tanta ricerca. Un’impresa dove ci lavorano alcune persone di sua conoscenza abituate a lavorare in team come alla Ferrari e che sono motivatissime. Ci saluta rivelandoci quanto lui sognerebbe un giorno di poter lavorare proprio lì ma non ora perché secondo lui “non lo prenderebbero un ragazzo appena sfornato dalla scuola e senza nessuna esperienza come lui”. Le sue considerazioni ci accompagnano fino all’ingresso dell’azienda: avveniristico e spettacolare quasi a voler far salire l’aspettativa del visitatore.

Ci riceve sorridente l’ing. Cazzarolli, persona con lungo trascorso aziendale qui, in ruoli tecnici di crescente responsabilità e approdato solo da qualche anno alla responsabilità della direzione della formazione e delle risorse umane, il quale ci guida al suo ufficio attraverso corridoi di vetro dai quali si diramano sezioni di uffici di vetro trasparente e poi lungo corridoi sospesi come passerelle aeree dalle quali poter osservare i reparti produttivi senza doversi imbattere nel loro attraversamento. La cosa che colpisce immediatamente è l’alta percentuale di giovani che si vedono prender parte ai vari meeting o coinvolti ai tavoli di lavoro ma anche la sensazione di dinamismo e organizzazione qui espressi ai massimi livelli. Ci viene ricordato come questa azienda nata nel ’51 sviluppando prodotti di confezionamento per alimenti altamente innovativo, estendendo poi l’attività ai macchinari per la loro produzione e via via strutturandosi in diverse aree di business, (che oggi si chiamano Sidel, De Laval e Tetra Pak) abbia scelto ormai da molti anni di concentrare proprio qui una base molto importante della ricerca e l’innovazione; di come questa scelta si sia rivelata felice anche in relazione al rapporto con il territorio, la qualità e le caratteristiche interessanti dei giovani neo-assunti che si sono velocemente integrati con i ricercatori di diverse nazionalità qui presenti e come abbiano portato all’azienda ottimi risultati. Del resto, questa offre molti stimoli professionali oltre che una sana “contaminazione internazionale” non solo all’interno della propria organizzazione ma anche coinvolgendo i fornitori in una partnership di lunga durata, basata sulle buone idee, la collaborazione e il coinvolgimento. Elemento fondamentale in questa impostazione molto sfidante, la chiarezza nella comunicazione e la trasparenza.

Ci troviamo in un’azienda leader di settore, la cui notorietà è mondiale. E’ bello pensare e sapere che abbia mantenuto e rafforzato nel tempo proprio qui a Modena, la regia dell’innovazione, lo sviluppo delle idee e della sperimentazione della variegatissima offerta di tecnologia per ogni esigenza del committente. La ricerca continuerà evidentemente ad essere la punta di diamante di Tetra Pak nel contribuire a sviluppare sempre prodotti e macchinari sicuri, affidabili, resistenti, eco-compatibili e sostenibili. Tetra Pak catalizza molto i giovani che recentemente l’hanno “votata” al primo posto nell’indagine “Great Place to Work” ponendola prima della Ferrari che pure è un mito per la sua affascinante ed accattivante gamma di modelli.

Nel lasciare l’azienda alle nostre spalle, ci torna in mente il volto sveglissimo del giovanissimo benzinaio modenese che avevamo incontrato due ore prima, avendo trovato pieno riscontro di quanto ci aveva voluto esternare. Se non fossimo stati diretti ad un altro casello autostradale per raggiungere la successiva destinazione di viaggio, avremmo voluto quasi quasi tornare a salutarlo al suo distributore; non solo per dirgli che aveva ragione ma anche per invitarlo a non soprassedere alle sue aspettative future dichiarate; a perseguire quell’aspirazione e magari un giorno tornando a visitare l’azienda, chissà, potrebbe anche succederci di incontrare proprio lui, raggiante in uno di quei vetratissimi uffici abitati da giovani come lui e adesso anche da lui; dove ci saranno ancora nuovi stimoli e altri strumenti ma anche spazi di espressione, per dare all’azienda i presupposti e la prospettiva per il miglior futuro possibile.

Pier Paolo Becich di San Servolo
Advisor to the Board – Assosvezia

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