Seminario ICT – 4° Edizione

Date: 16-11-2016  

Seminario ICT – 4° Edizione

ICT & Industria 4.0 – La rivoluzione dei dati che accelera la trasformazione

A due anni di distanza dalla scorsa edizione dedicata a Cloud & Internet of Things, Ericsson e Telia Carrier hanno nuovamente unito le forze per dar vita all’evento di approfondimento sull’evoluzione del mondo ICT. Ancora una volta ospiti presso la Residenza dell’Ambasciatore di Svezia a Roma, lo scorso 16 novembre tante aziende svedesi e italiane del settore delle telecomunicazioni si sono incontrate per parlare del ruolo fondamentale dell’ICT per l’Industria 4.0. Si tratta di un tema caldo e di grande attualità, soprattutto perché è ben visibile la direzione di cambiamento che tantissime aziende stanno già seguendo. Le infrastrutture e le innovazioni dell’ICT si rivelano centrali in questo processo di trasformazione grazie al fondamentale ruolo di abilitatori che ricoprono.

Il pomeriggio è stato aperto dalla moderatrice dell’incontro Alessandra Rosa Ammaturo di Ericsson che ha introdotto S.E. l’Ambasciatore di Svezia in Italia Robert Rydberg per il benvenuto agli ospiti. L’Ambasciatore ha voluto sottolineare l’importanza dell’ICT per lo sviluppo e il mantenimento della cooperazione tra Svezia e Italia, partner di alto livello già da tempo. Ciò è ulteriormente confermato dal consistente e continuo flusso di Ministri svedesi in visita in Italia nell’ultimo anno. È stato quindi il turno della Camera di Commercio Italo-Svedese Assosvezia, che ha collaborato alla realizzazione dell’evento. In questa occasione Assosvezia è stata rappresentata da Giovanni Lo Bianco, qui nel doppio ruolo di Vice Presidente di Assosvezia e Amministratore Delegato di Volvo Trucks Italia. L’obiettivo della Camera è di favorire le relazioni di business delle aziende svedesi in Italia, oltre che di diffondere sul territorio le best practice da loro adottate. Per questo motivo Assosvezia sostiene le aziende associate nello sviluppo delle loro attività, come nel caso di Ericsson e Telia Carrier nel loro impegno a trattare argomenti importanti e utili per le imprese nel loro quotidiano.

Con un video dal titolo “Networked Society” Ericsson ha dato il suo benvenuto agli ospiti. Nunzio Mirtillo, Head of Region Mediterranean di Ericsson ha commentato il video sulla grande evoluzione digitale in atto mettendo in evidenza che tutto ciò è possibile grazie alla tecnologia. La rete 5G e la fibra ottica, il Cloud e l’Internet delle cose ci stanno letteralmente traghettando verso la quarta rivoluzione industriale. Per indagare fino a che punto le aziende in Italia siano pronte al suo arrivo, Ericsson ha condotto una indagine avente per tema l’Industria 4.0 e i benefici derivanti percepiti. Ecco cosa ne è emerso: le industrie manifatturiere intervistate ritengono che porterà un aumento della produttività (72%), migliorerà l’esperienza del cliente (69%) e si accorcerà il time to market (63%). Spicca in particolar modo la centralità del cliente, ovvero il nuovo driver del cambiamento. Le aziende che non saranno in grado di capire lo spostamento del punto focale né di dotarsi delle tecnologie abilitanti necessarie andranno incontro a grandi difficoltà. Per facilitare il processo sarà importante definire uno standard condiviso, tema su cui Ericsson sta lavorando in collaborazione con università e aziende. Le linee guida per questo grande progetto di ricerca si rifanno ai 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile dettati dalle Nazioni Unite per un mondo più inclusivo e non unicamente orientato al profitto. Della stessa opinione è Davide Binaghi, Managing Director di Telia Carrier Italy, il quale ha aggiunto che questa rivoluzione sarà possibile solo se costruita affidandosi a una rete sicura e stabile. Questo è già all’ordine del giorno in Svezia e in Italia si sta lavorando per raggiungere lo stesso livello di copertura capillare della fibra ottica.

Anche le Istituzioni, da parte loro, si stanno muovendo per promuovere e sostenere l’evoluzione dell’industria. Il Governo ha recentemente varato un Piano ad essa dedicato. Stefano Firpo, Direttore Generale per la Politica Industriale, la Competitività e le Piccole e Medie Imprese del Ministero dello Sviluppo Economico ha illustrato il Piano in dettaglio, sottolineando fin da subito quanto il Governo consideri la svolta dell’industria una irrinunciabile opportunità di crescita competitiva per tutto il Paese. Per troppo tempo l’Italia non ha avuto un vero e proprio disegno di politica industriale, che invece è assolutamente necessario all’interno del panorama europeo. È importante individuare delle aree tematiche strategiche su cui puntare ma, al tempo stesso, bisogna lasciare la libertà agli imprenditori di decidere su cosa investire. Purtroppo l’Italia non è riuscita a star dietro ai ritmi della terza rivoluzione industriale dei primi anni ‘70, dunque ora si dovranno fare gli straordinari per riportarla in pari con gli altri Paesi; la chiave per il successo sarà la conversione digitale del settore manifatturiero. Il Governo ha intenzione di sostenere la rivoluzione 4.0 mettendo a disposizione delle aziende vari strumenti appositamente studiati, come le leve fiscali. Inoltre, dall’utilizzo dei dati come fattore tramite cui produrre e costruire, potremo aspettarci una serie di benefici come l’aumento della velocità di realizzazione e commercializzazione dei prodotti, una maggiore flessibilità nei confronti dei mercati sempre in evoluzione e nuovi modelli di business. Gli stabilimenti si trasformeranno in “fabbriche intelligenti” in grado di accrescere i livelli sostenibilità della produzione, concretizzando così un’economia di tipo circolare. Per realizzare tutto ciò il Paese dovrà fare i conti con due ostacoli rilevanti e di vecchia data:

  • Il declino dell’efficienza produttiva che affligge l’Italia dalla seconda metà degli anni ’90;
  • La cattiva allocazione delle risorse finanziarie, troppo spesso destinate a settori a basso ritorno.

La grande sfida risiede nel ribaltare questa situazione stagnante per tornare al passo con gli altri Paesi. Il cammino dalle buone intenzioni alla pratica è così pianificato nel Piano Nazionale Industria 4.0 2017 – 2020 del Governo:

  • 2 Direttrici Chiave
    • Investimenti innovativi: tecnologie 4.0 e R&D;
    • Aggiornamento delle competenze: sviluppo di appositi percorsi universitari e Alternanza Scuola-Lavoro;
  • 2 Direttrici di Accompagnamento
    • Diffusione delle infrastrutture abilitanti: piano Banda Ultra Larga e definizione standard per interoperabilità IoT;
    • Strumenti pubblici di supporto.

Della stessa opinione, ma guardando al futuro da un punto di vista più accademico, è l’On. Maria Chiara Carrozza, Professore universitario di bioingegneria industriale ed ex Ministro dell’istruzione, università e ricerca. Ricoprendo il doppio ruolo di scienziata e politica, l’On. Carrozza ha ben messo in evidenza che per riposizionarsi con successo all’interno del nuovo scenario internazionale l’Italia deve recuperare la sua vocazione manifatturiera e adattarla alla cornice 4.0 dell’industria. A tal scopo serve iniziare fin da subito a formare le generazioni più giovani sulle nuove competenze richieste. Soprattutto bisogna educare le nuove leve affinché diventino ingegneri, produttori o imprenditori e non solo dei consumatori di beni. La ricerca universitaria è di fondamentale importanza per definire al meglio l’aggiornamento dei percorsi di studio e deve farlo seguendo due direzioni: l’indagine di stampo accademico e la collaborazione con le imprese. Il mondo accademico deve aprirsi e accogliere start up e imprese perché dalla collaborazione, al momento ancora troppo scarsa, si può creare una vera e propria filiera di conoscenza di gran valore. In questo momento storico, l’accrescimento della conoscenza è importantissimo: ci troviamo a un passo dall’inizio di una nuova rivoluzione tecnologica e industriale ricca di opportunità ma di cui, al tempo stesso, non sappiamo ancora con certezza gli esiti. Se università e industria uniranno le loro forze nel campo della ricerca potremo affrontare al meglio la grande sfida per il futuro dell’Italia.

Nella seconda parte dell’evento, moderata dalla giornalista Mila Fiordalisi, due tavole rotonde e la testimonianza di una start up italiana hanno discusso il tema dell’Industria 4.0 dal punto di vista di operatori e industrie. La prima tavola rotonda intitolata “Industria 4.0: come si realizza in Italia” ha visto la partecipazione di Marco Barra Caracciolo, CIO Italy di Enel, Nino D’Auria, Head of IT & Cloud di Ericsson South Central Mediterranean, Nunzia Ricciardi, Country Manager di Kinnarps Italia e Consigliere di Assosvezia e Claudio Sivilotti, Business Development Manager di Volvo Trucks Italia. È per tutti evidente che il cambiamento in atto vada seguito e accompagnato con attenzione ma, al momento, mancano le competenze per star al passo con la tecnologia che procede a una velocità altissima. Questo vale sia per le aziende, sia per la Pubblica Amministrazione, che deve diventare anch’essa 4.0 altrimenti si rischia il blocco di tutto il sistema. L’aggiornamento deve essere sistemico, partire a livello macro e poi diffondersi in modo capillare all’interno delle singole imprese. Se le modalità di produzione cambieranno radicalmente, anche il modo di lavorare negli uffici dovrà adattarsi: ambienti e spazi ripensati sulla base dello Smart Working e resi più efficienti grazie alla diffusione dell’IoT. Su questo punto l’Italia è in ritardo, anche sotto l’aspetto legislativo, ma tante sono le aziende che, in autonomia, hanno scelto di aggiornarsi avviando una gestione strategica degli spazi. Chi opererà in questo sistema sarà chiamato a essere in grado di gestire e capire la complessità che lo circonda. Pensiero laterale e capacità di adattamento ai cambiamenti repentini saranno le skill richieste per completare il profilo del Data Scientist, la figura professionale più richiesta nei prossimi 5 anni. I nativi digitali partono avvantaggiati, ma questo non basta: servirà un aggiornamento generale delle varie figure professionali attualmente operative, un “ritorno sui banchi di scuola” per apprendere le nuove competenze richieste dal mercato.

Un’altra testimonianza stimolante è stata quella di Gioia Pistola, Co-founder della start up Atooma, nata in Italia e dedicata all’intelligenza artificiale nell’ambito IoT. La giovane imprenditrice ha raccontato l’avventura partita dalla nascita di Atooma e le differenze più eclatanti nel confronto tra Italia e USA, Paese in cui la start up si è mossa per cercare opportunità interessanti. L’Italia, sebbene abbia imparato a riconoscere le grandi potenzialità delle tante start up che qui nascono ogni giorno, deve migliorare nel fornire un sostegno più concreto. Se negli Stati Uniti è relativamente facile trovare i finanziamenti necessari a tradurre in business i progetti più brillanti, in Italia purtroppo ancora si fa ancora tanta fatica a raggiungere gli stessi risultati.

La seconda e ultima tavola rotonda, intitolata “Gli acceleratori tecnologici: Cloud, IoT e 5G”, è stata animata da Andrea Costa, Cloud Services B2B Marketing Manager di Telecom Italia, Massimo Fubini, AD & Founder di ContactLab e Torbjörn Pettersson, Senior Business Development Mobile Data Solutions di Telia Carrier. Da subito la discussione si è focalizzata sull’aspetto abilitante delle nuove tecnologie, specialmente per quanto riguarda la garanzia di continuità della produzione in sicurezza e in qualsiasi condizione. Un esempio eccellente è il Cloud, che permette di controllare da remoto le attività, sia che si tratti di gestione di grandi flussi di persone, come in occasione di EXPO 2015, sia che si parli di operazioni di minor entità. Il Cloud è di fatto un acceleratore del processo di digitalizzazione, ma la tecnologia, da sola, non serve a nulla: serve che qualcuno a monte compia delle scelte e indichi la strada da seguire. Oltre alle competenze tecniche, siamo chiamati a sviluppare la capacità di interpretazione del contesto in cui si opera, l’unico modo per sfruttare correttamente le potenzialità delle nuove tecnologie a nostra disposizione. Il miglior modo di mettere in pratica questo sforzo di indirizzamento è tramite un coordinamento, già auspicato da altri partecipanti all’incontro, per sviluppare uno standard di gestione condiviso a livello internazionale che garantisca un livello di qualità uniforme e un design di interfaccia studiato per la cooperazione umano-macchina.

Al termine di questo secondo spazio di confronto tra addetti ai lavori ed esperti di tecnologie innovative, gli ospiti hanno lasciato la sala e si sono spostati nelle aree adiacenti per continuare il discorso in modalità più informale, allietati da un aperitivo di stampo svedese.

Assosvezia ringrazia Ericsson e Telia Carrier per l’interessante evento e l’Ambasciata di Svezia con tutto il suo staff per l’ospitalità e la gentile collaborazione.

www.assosvezia.it | Testo di Viola Albertini


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