Futuro e lavoro: il coraggio di scommettere sui giovani

Futuro e lavoro: il coraggio di scommettere sui giovani

L’esperienza svedese come esempio esportabile

Un incontro diplomatico ai vertici tra Italia e Svezia si è svolto nella mattinata del 19 maggio 2015 presso la Residenza dell’Ambasciatore di Svezia in Italia a Roma. Il dialogo è stato promosso dalla Camera di Commercio Italo-Svedese Assosvezia, in rappresentanza delle aziende svedesi sul territorio italiano, al fine di puntare i riflettori sulla situazione del mondo del lavoro in Italia e, nello specifico, dell’occupazione giovanile.

Il tema è stato scelto poiché la vocazione di Assosvezia è mettere in pratica in Italia quei valori svedesi di cui si fa portavoce e che sono condivisi dalle aziende ad essa associate. L’opinione diffusa all’interno di Assosvezia è che anche in Italia ci sia terreno fertile per seminare i valori di stampo svedese e, attraverso l’adozione di alcune best practice, si possa mettere in risalto il talento dei giovani. Poiché sentono la responsabilità di rendersi parte attiva nello sviluppo di una società migliore per le generazioni più giovani, le aziende rappresentate da Assosvezia hanno voluto far sentire la loro voce dimostrando piena disponibilità a un confronto.

La mattina in cui si è discussa questa tematica tanto importante quanto sentita, ha visto la partecipazione di alcuni rappresentanti delle istituzioni italiane e svedesi. Ad ospitare il meeting è stato l’Ambasciatore di Svezia in Italia Ruth Jacoby, che ha aperto le porte della sua Residenza e dato il benvenuto agli altri partecipanti, creando un’atmosfera informale e accogliente. Sono intervenuti all’incontro Elena AlemannoPresidente della Camera di Commercio Italo-Svedese AssosveziaGiorgio De RitaSegretario Generale del CensisJeanette Azinovic, a capo dell’Area Servizi e Programmi per l’Ente di Collocamento Pubblico Svedese e Donatella Solda KutzmannDirigente dell’Ufficio Segreteria Tecnica del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), a nome delle istituzioni italiane. Un contributo interessante sulla loro esperienza in un’azienda svedese è stato fornito anche da Giuliana MassiminoCountry Communications Manager di Sandvik Italia e Clara PelaezVice Presidente Strategy & Marketing Region Mediterranean di Ericsson, che si sono unite alla discussione.

L’interessante scambio di riflessioni sull’esperienza italiana e quella svedese, si è svolto sottoforma di una tavola rotonda, in cui tutti i soggetti presenti hanno dato il loro contributo attraverso interventi preziosi. La riunione si è svolta in un clima dinamico e interattivo, caratterizzato da un dibattito stimolante e alimentato anche dalla grande sensibilità dell’Ambasciatore Jacoby. Giorgio De Rita ha fornito una fotografia del mercato del lavoro in Italia, mettendo in evidenza le problematica che esso presenta e le richieste da parte dei più giovani. Il nostro Paese presenta un tasso di abbandono degli studi ancora troppo elevato, 17%, mentre la media europea si attesta al 10%: è proprio da qui che bisogna partire per migliorare la situazione. Inoltre, le richieste che i più giovani rivolgono al mondo della politica, nel momento in cui apprestano o sono appena entrati nel del lavoro, sono:

  • mettere in pratica una visione più sistemica del Paese;
  • incentivi e supporto alle start-up, (ad es. attraverso dei programmi di mentorship e coaching sulla governance di lungo periodo);
  • riforme più radicali in quei settori che sembrano rimasti fermi a decenni in cui la società aveva necessità differenti.

Ed è proprio dall’obiettivo di ridurre sempre di più il tasso di abbandono degli studi e di andare incontro alle richieste delle generazioni più giovani che la Svezia ha iniziato il suo cammino verso il rinnovamento. Come testimoniato da Jeanette Azinovic, il progetto svedese Youth Job Program è partito nel 2007 e negli anni successivi ha continuato a svilupparsi. Durante il percorso non sono certo mancati gli ostacoli e le difficoltà da superare, ma perseverando negli sforzi sono stati raggiunti risultati significativi. All’Agenzia Pubblica per il Lavoro è stato assegnato il ruolo strategico di diventare l’intermediario per eccellenza tra il mondo dei giovani e le aziende, trovando il giusto abbinamento tra datore di lavoro e lavoratore. Inoltre, l’obiettivo di abbassare il tasso di disoccupazione, in particolare quella giovanile, è stato centrato, sebbene anche in Svezia la problematica continui ad esistere (13,5% tra i giovani dai 16 ai 24 anni e 8% in generale). Il piano è focalizzato su istruzione e occupabilità: grazie a un network capillare ed esteso di aziende affiliate, vengono forniti corsi di formazione e canali agevolati per l’inserimento dei nuovi profili specializzati. La collaborazione si estende anche ai comuni e alle scuole locali e nazionali per informare sul mondo del lavoro e sulle professioni. Il programma è in parte sovvenzionato anche attraverso fondi europei e i risultati relativi all’abbassamento del tasso di disoccupazione sono del tutto tangibili: secondo le statistiche, il 60% delle persone che ha partecipato allo Youth Job Program ha trovato lavoro entro 6 mesi. Un altro strumento molto efficace è la Folkhögskola, attraverso cui le persone che, per varie ragioni, sono rimaste fuori dal contesto scolastico, hanno la possibilità di conseguire diplomi in materie specifiche, spendibili per entrare nel mondo del lavoro. Inoltre, il nuovo Ministro del Lavoro ha ufficialmente richiesto ai suoi colleghi di utilizzare più intensamente i servizi dell’Agenzia Pubblica per il Lavoro.

Sul fronte italiano, Donatella Solda Kutzmann ha illustrato il piano che il MIUR ha intenzione di attuare a partire dal prossimo anno scolastico. La volontà è di adottare un approccio sistemico, dotato di obiettivi da raggiungere e i cui risultati vengano misurati e valutati. Purtroppo, in Italia il tasso di abbandono della scuola è ancora troppo alto e quello di disoccupazione giovanile si attesta al 44%. Quest’ultimo dato in parte è strutturale; una delle ragioni che hanno portato alla situazione odierna è la mancanza di un punto di contatto tra le competenze dei giovani al termine del percorso di studi e i profili ricercati dalle aziende, questione che evidenzia quanto sia importante indirizzare e guidare gli studenti nella scelta del proprio percorso educativo. Il lavoro di ristrutturazione del sistema deve necessariamente passare dal rinnovamento delle infrastrutture, a partire dall’evoluzione verso una scuola digitale dotata di fibra ottica e dall’introduzione di nuovi modelli di insegnamento, sia nelle metodologie, sia nei contenuti. Il problema non risiede nella qualità dell’istruzione fornita – che in realtà molto apprezzata anche all’estero – ma nella quantità di persone che riescono a portare fino in fondo il percorso di studi. Il nuovo approccio sistemico deve essere implementato nelle 43.000 scuole presenti su tutto il territorio nazionale, monitorato e valutato, attraverso un nuovo sistema di benchmarking. Non meno importanti sono la volontà e la necessità di avvicinare le aziende alla scuola, in modo tale da far coincidere domanda e richiesta e diffondere più informazioni riguardo al tipo di studi più richiesti nel mondo del lavoro. Deve instaurarsi un dialogo costante, una collaborazione strategica, con convergenza di obiettivi che consenta di sviluppare un sistema migliore. L’obiettivo è, dunque, la creazione di un ecosistema collaborativo tra scuola e aziende, che vada nella direzione della collaboration economy, ancora così poco diffusa nel nostro Paese, da sempre non molto virtuoso nel far sistema neppure tra le aziende stesse. Da parte loro, le aziende devono sviluppare la capacità di tenere alta la loro buona reputazione per rendersi attraenti verso i migliori talenti. Infatti, oggi i giovani ritengono la reputazione una vera chiave competitiva: è compito delle aziende promuovere e dimostrare nei fatti che la propria reputazione si traduce in opportunità e valori condivisi. Attraverso una comunicazione efficace e improntata sullo storytelling diventa possibile attrarre i giovani di talento e indirizzarli a lavorare nelle aziende più adatte.

Dal confronto è emerso che, al di là degli ostacoli che si incontrano sempre quando si inizia un lungo percorso di cambiamento, è sulla collaborazione tra aziende e mondo dell’istruzione che si può e si deve puntare molto di più, poiché è racchiude in sé un altissimo potenziale di crescita per tutti i soggetti coinvolti. Di fondamentale importanza ai fini di un buon esito è la sistematizzazione degli interventi e delle figure coinvolte in questo processo. Assosvezia si propone come attivatore di tali interventi, pronto a calarsi nel vivo della questione attraverso un importante lavoro di comunicazione, racconto e diffusione delle pratiche condotte in Svezia sul tema.

Assosvezia ringrazia tutti coloro che sono stati coinvolti e che hanno così gentilmente prestato il loro tempo, impegno e buona volontà per rendere possibile un incontro così importante e carico di input, segnali e propositi assolutamente positivi.

www.assosvezia.it | Testo di Viola Albertini

SHARE ON SOCIAL